Umanista, letterato e scienziato italiano. Frequentò la facoltà di
Medicina presso l'università di Padova dove ebbe come amico Copernico e
seguì i corsi di filosofia di P. Pomponazzi. Esercitò la
professione medica, acquistando grande fama, tanto da essere nominato da papa
Paolo III medico del Concilio di Trento. Si oppose alla medicina dogmatica
tradizionale e condusse inoltre ricerche in vari campi scientifici: astronomia,
matematica, fisica, ecc., unendo magia e tecnica. In campo filosofico ebbe il
merito di sviluppare l'Aristotelismo in un senso che condurrà alle soglie
del metodo induttivo. Tra le sue opere acquistò particolare fama il poema
didascalico
Syphilis sive del morbo gallico scritto nel 1521 e pubblicato
nel 1530. Il poemetto ha come protagonista il pastore Sifilo che, per la sua
infedeltà al dio Sole, viene contagiato dalla lue venerea, che, da
allora, assunse il nome di sifilide. Scrisse inoltre un poemetto mitologico
Joseph, e varie altre opere letterarie e filosofiche. Più
interessante è però la sua produzione scientifica, soprattutto
nell'ambito della medicina, tanto da essere considerato il fondatore della
patologia moderna. Particolarmente importanti furono le sue ricerche nell'ambito
delle malattie infettive. Delle sue opere scientifiche si ricordano, per la
medicina:
Dies critici vel de diereum criticarum causis (1538) e
De
contagione et contagiosis morbis (1546). Per l'astronomia:
Homocentrica
sive de stellis (1538) (Verona 1478 - Villa di Incaffi, Verona 1553).